“In Lonedo luogo del Vicentino è la seguente fabbrica del Signor Girolamo de’ Godi posta sopra un colle di bellissima uista, & a canto un fiume, che serve per Peschiera. Per rendere questo sito comodo per uso di Villa vi sono stati fatti cortili, & strade sopra uolti con non piccola spesa. La fabbrica di mezo è per l’habitazione del padrone e della famiglia. Le stanze del padrone hanno il piano loro alto da terra tredici piedi, e sono in solaro, sopra quelle ui sono i granari, & nella parte di sotto, cioè nell’altezza di tredici piediui sono disposte le cantine, i luoghi da fare i vini, la cucina, & altri luoghi simili. La sala giunge con la sua altezza fin sotto il tetto, &ha due ordini di finestre. Dall’uno e dall’altro lato ui sono i cortili, & i coperti per le cose di Villa. E’ stata questa fabbrica ornata di pitture bellissime inventione da Maser Gualtiero Padovano, da Messer Battista del Moro Veronese, & da Messer Battista Veneziano; perché questo gentil’huomo, il quale è giudiciosissimo per renderla a quella eccellenza & perfezione, che sia possibile; non ha guardato a spesa alcuna, & ha scelto i più singolari, & eccellenti Pittori de’ nostri tempi.”
Andrea Palladio, in “I quattro Libri dell’Architettura”, 1570.
Nella mia lista di ville venete visitate mancava una delle più importanti e – data anche la mia passione verso le architetture palladiane – non potevo esimermi ancora dal visitare Villa Godi Malinverni.
La storia di questa villa, sita a Lugo, un piccolo paese arroccato sopra Vicenza, inizia nel 1533, quando Andrea Palladio progettò una barchessa dorica nel cortile della antica tenuta dei Godi; così iniziò la ristrutturazione della casa di famiglia per volere dei committenti, i tre fratelli Gerolamo, Pietro e Marcantonio Godi. Questo progetto segna la prima tappa del percorso intrapreso da Palladio – un vero e proprio progetto di vita – volto a costruire una nuova tipologia di residenza di campagna.
I lavori terminarono nel 1542 con l’ultimazione della decorazione degli interni, per mano di Gualtiero Padovano – che affrescò la loggia e l’ala destra dell’edificio – Giovanni Battista Zelotti che si occupò del salone e dell’ala sinistra, mentre Battista Del Moro ultimò la stanza antistante la loggia. Si distinguono nettamente, osservando i temi trattati dai dipinti e i colori utilizzati, due scuole pittoriche: la scuola classica e la scuola mistica.
L’edificio risulta alla vista armoniosamente simmetrico, questo grazie a una netta definizione dei volumi ottenuta arretrando la parte centrale della facciata. Salendo i gradini della scalinata centrale – che richiama il concetto del ponte levatoio – vediamo tre arcate che aprono su una loggia, la quale a sua volta dà sul salone centrale. Quest’ultimo forma con la loggia un asse, ai cui lati si affacciano rispettivamente e simmetricamente quattro sale a sinistra e quattro sale a destra.
Di notevole interesse e fonte di meraviglia è stato per me anche il parco: nel cortile antistante la villa si aprono fontane e giochi d’acqua, oltre a una vista incredibile sui colli circostanti. Il parco, un giardino romantico all’inglese, include ben 2600 metri di viali, e fu progettato nell’Ottocento da Antonio Caregaro Negrin, architetto vicentino. Nel retro di Villa Godi Malinverni ci sono i giardinetti all’italiana, con vasche, fontane e statue.
Da non perdere anche il Museo dei fossili, fondato nel 1852 dal conte Andrea Piovene, che raccoglie oltre 300 reperti, e un piccolo museo dedicato alla Grande Guerra.
Durante la prima guerra mondiale, l’edificio ospitò i reparti dell’esercito. Il suo pregio fu evidenziato grazie alla scelta del regista Luchino Visconti di girare nel 1953 alcune scene del film storico Senso (1954); ulteriore sigillo fu posto dall’inserimento nella lista dei patrimoni dell’umanità Unesco nel 1996.
Villa Godi Malinverni è aperta alle visite individuali e per gruppi. Nei mesi di Giugno, Luglio, Agosto e Settembre sarà possibile visitarla:
Martedì: dalle 15 alle 19 | Sabato: dalle 9 alle 14 | Domenica e Festivi: dalle 10 alle 19
Laureata in Lettere e in Scienze dello Spettacolo & Produzione Multimediale all’Università degli Studi di Padova. Serena ha esperienza nell’ambito della Comunicazione e del Web Marketing. Si occupa per QUAINT Art Magazine della sezione Arte & Territorio.
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