Eley Robin: Maestria Pittorica e Innovazione Contemporanea
04/05/2024
Nell’odierno scenario artistico una delle figure sicuramente da tenere d’occhio è Robin Eley.
Se nel panorama dell’arte contemporanea il concetto ha sempre più preso il sopravvento sulla tecnica, Robin Eley ci dimostra di essere controcorrente e che si può essere perfettamente contemporanei senza rinunciare alla minuzia delle abilità pittoriche.
Nato a Londra e cresciuto in Australia, Eley ha dimostrato un talento precoce per l’arte fin dall’infanzia. Dopo aver studiato alla Westmont College in California, ha affinato le sue tecniche artistiche e ha iniziato a esplorare il genere iperrealistico, diventando presto uno dei suoi principali esponenti.
Le sue opere iperrealiste ingannano l’occhio, facendo credere allo spettatore che opere fortemente riconosciute nella cultura di massa, o comunque opere celeberrime che hanno segnato epoche e personalità di spicco nel mondo dell’arte, siano veramente avvolte, incartate, imballate con nastro adesivo, spago e plastica. Quest’effetto illusionistico è reso possibile grazie ad un’estensione irregolare dei lati e dei bordi della tela in grado di accentuare la matericità degli “involucri” dell’opera.
I suoi dipinti, caratterizzati da una precisione straordinaria nei dettagli, dalla resa accurata della luce e delle ombre, sono sicuramente il frutto di uno studio approfondito delle tecniche e della storia dell’arte, ma non scadono nella bieca riproduzione a fini didattici.
Infatti, l’osservazione delle sue opere porta con sé una serie di riflessioni. Le opere, ormai private dalla contemplazione, diventano sempre più oggetto di sfruttamento all’interno del mondo digitale. Avvolte nella plastica, assumono una dimensione di isolamento e distacco, come se volessero proteggersi dal caos frenetico del mondo circostante. Le opere avvolte nella plastica diventano così simboli di resistenza, una dichiarazione silenziosa contro la velocità e l’effimera superficialità della cultura digitale. In questo isolamento, tuttavia, c’è anche una possibilità di riflessione profonda e di ritrovamento di significati autentici, un invito a guardare al di là delle apparenze e a riscoprire il valore intrinseco dell’arte e della contemplazione lenta e meditativa. Durante un’intervista rilasciata alla rivista “Galerie” sul suo debutto a New York City, Eley ha riflettuto sulla questione della proprietà delle opere d’arte, notando un crescente senso di appropriazione collettiva poiché le opere diventano sempre più accessibili attraverso i dispositivi digitali. L’intento di Eley non è tanto quello di emettere un giudizio sul bene o sul male, ma piuttosto di portare alla luce tale fenomeno, invitando gli spettatori a riflettere mentre esplorano lo spazio espositivo e a stimolare la riflessione.
Quel che è certo è che l’arte di Eley non è solamente apprezzabile nelle sue qualità tecniche, ma a distinguerla è il saper dimostrare, con una superba abilità pittorica, che anche nell’ambito artistico contemporaneo la mimesi può essere fonte di pensiero critico e di libera interpretazione, aggiungendo così complessità e profondità alla sua pratica artistica.
Laureata in Arti Spettacolo ed Eventi Culturali all’Università IULM di Milano, dove attualmente frequenta la Laurea Magistrale in Arte Valorizzazione e Mercato, Ginevra ha esperienza nel mondo della curatela e della comunicazione. Si occupa per QUAINT Art Magazine della sezione Arte Contemporanea.
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