Van Meegeren: uno dei più grandi falsari di tutti i tempi
29/03/2024
“Ero nel tribunale, circondato da giudici scettici e curiosi osservatori, pronto a dipingere di fronte a tutti. La mia vita, segnata dall’inganno e dall’ingegno, stava per essere svelata sotto i riflettori della verità.
Confessai di aver creato i falsi Vermeer, ma per dimostrare la mia abilità, presi i pennelli e iniziai a dipingere una tela.
Lo stupore nel silenzioso tribunale era palpabile mentre, con ogni pennellata, riproducevo lo stile dei grandi maestri olandesi. In quel momento, il mio destino di falsario, ma anche di artista, era sospeso tra la mia abilità nel creare e l’inganno che avevo tessuto.”
Quella che state per leggere è la storia di Han van Meegeren, l’uomo che sfidò il mondo dell’arte con i suoi geniali inganni.
L’uomo che sfidò il mondo dell’arte con i suoi geniali inganni
Henricus Antonius van Meegeren nacque il 3 maggio 1889 a Deventer nei Paesi Bassi, terzogenito di Augusta, appassionata di musica e pittura, e Henricius, insegnante di storia e letteratura inglese. Cresciuto in una famiglia dove l’arte era poco apprezzata, specialmente dal padre severo, van Meegeren dovette confrontarsi con divieti e restrizioni. Tuttavia, il sostegno della madre e l’influenza del pittore Bartus Korteling durante gli anni scolastici gli permisero di coltivare il suo talento artistico.
Mentre frequentava formalmente l’Istituto di Tecnologia di Delft per Architettura, van Meegeren si dedicò segretamente alle Belle arti sotto la guida di Korteling. Dopo l’incontro con Anna de Voogt, che sarebbe diventata sua moglie, van Meegeren abbandonò gli studi e iniziò a produrre e vendere i suoi quadri per sostentarsi.
La svolta nella sua vita arrivò con un concorso artistico indetto dagli studenti dell’Istituto di Delft, dove van Meegeren vinse con un acquerello della Grande Chiesa di Rotterdam. Questo successo lo spinse a trasferirsi all’Aia per frequentare l’Accademia delle Belle arti.
Con lo scoppio della Grande Guerra, van Meegeren tornò a Delft come assistente di un professore, ma ben presto si rese conto che la sua notorietà artistica non gli garantiva un reddito sufficiente. È in questo periodo che tentò di truffare un collezionista con una copia della sua tela premiata, iniziando così la sua carriera nella creazione di tele false.
Han van Meegeren e l’ombra di Veermer
Con il passare del tempo, van Meegeren perfezionò le sue abilità nel replicare lo stile di grandi maestri olandesi come Vermeer. Utilizzando oli e pennelli del Seicento, imparò a restaurare vecchi dipinti e a creare nuove opere che sembravano autentiche. Uno dei suoi capolavori più celebri, la “Cena in Emmaus“, fu persino acquistata da una galleria importante credendo che fosse un’autentica opera di Vermeer.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, van Meegeren approfittò dei contatti con i gerarchi nazisti per vendere falsi Vermeer a personaggi come Heinrich Himmler e Hermann Göring. Questa attività lo portò poi ad essere accusato di collaborazionismo dopo la guerra.
Nel processo del 1947, van Meegeren confessò di aver creato i falsi Vermeer, ma per dimostrare la sua abilità dipinse una tela in tribunale che stupì tutti i presenti.
Han van Meegeren non scontò la condanna, ma la sua salute compromessa dall’abuso di alcol e farmaci lo portò alla morte il 30 dicembre 1947.
Nonostante la controversia che circondava la sua figura, il suo talento nell’arte dell’inganno rimase un capitolo importante nella storia dell’arte.
Curiosamente, suo figlio Jacques seguì le sue orme, diventando anche lui un pittore che, ironicamente, creò falsi delle opere del padre falsario.
Con il passare del tempo, van Meegeren perfezionò le sue abilità nel replicare lo stile di grandi maestri olandesi come Vermeer. Utilizzando oli e pennelli del Seicento, imparò a restaurare vecchi dipinti e a creare nuove opere che sembravano autentiche. Uno dei suoi capolavori più celebri, la “Cena in Emmaus“, fu persino acquistata da una galleria importante credendo che fosse un’autentica opera di Vermeer.
Durante la Seconda Guerra Mondiale, van Meegeren approfittò dei contatti con i gerarchi nazisti per vendere falsi Vermeer a personaggi come Heinrich Himmler e Hermann Göring. Questa attività lo portò poi ad essere accusato di collaborazionismo dopo la guerra.
Nel processo del 1947, van Meegeren confessò di aver creato i falsi Vermeer, ma per dimostrare la sua abilità dipinse una tela in tribunale che stupì tutti i presenti.
Han van Meegeren non scontò la condanna, ma la sua salute compromessa dall’abuso di alcol e farmaci lo portò alla morte il 30 dicembre 1947.
Nonostante la controversia che circondava la sua figura, il suo talento nell’arte dell’inganno rimase un capitolo importante nella storia dell’arte.
Curiosamente, suo figlio Jacques seguì le sue orme, diventando anche lui un pittore che, ironicamente, creò falsi delle opere del padre falsario.
martina patriarca
Laureata in “Scienze dei Beni Culturali” all’Università Cattolica di Milano e in “Arte, valorizzazione e mercato” all’Università IULM. Martina si occupa su QUAINT Art Magazine della sezione Arte & Curiosità.
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