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Ercole Pignatelli a Palazzo Reale: Guernica fra passato e presente

14/05/2024

Con una performance di 12 giorni, l’artista Ercole Pignatelli (Lecce, 1935), rivive e fa rivivere al pubblico milanese La Guernica di Pablo Picasso.

Ercole Pignatelli. Guernica. Palazzo Reale 2024
Ercole Pignatelli, MEMENTO AMARE SEMPER, dedicata a Guernica. Milano, Palazzo Reale
. Fotografia di Ginevra De Luca

Guernica ritorna nella Sala delle Cariatidi a Palazzo Reale

 

La Guernica di Picasso venne esposta nel Padiglione Spagnolo dell’Esposizione Universale di Parigi del ’37. Attualmente è conservata presso il Reina Sofía di Madrid. Terminata l’esposizione, il dipinto venne smontato e nel 1939 trasferito a New York. Nel 1953, per volontà di Picasso, l’opera venne esposta per la prima volta in Italia a Palazzo Reale, nella Sala delle Cariatidi, ancora segnata dai bombardamenti che avevano causato il crollo della volta, in quanto la riteneva la sua cornice ideale.

La celebre tela Guernica di Picasso, realizzata in soli due mesi, è un’imponente testimonianza artistica che richiama il tragico bombardamento della città basca avvenuto il 26 aprile 1937 durante la guerra civile spagnola, condotto dalle aviazioni tedesca e italiana in appoggio al regime franchista. Quest’opera è una profonda espressione dei sentimenti dell’artista nei confronti della devastante strage che ha colpito Guernica durante le tre ore di bombardamenti.

Dominata dalle tonalità del nero, grigio e bianco, la tela si svela leggendo da destra a sinistra, poiché il lato destro era il più vicino all’ingresso del luogo per cui era stata creata. Elementi simbolici, come la presenza di una madre con un neonato in braccio, un cavallo e un toro, richiamano all’iconografia cristiana, ma sono travolti dalla violenza dell’evento. La colomba, emblema di pace, appare in uno struggente movimento di dolore prima di cadere a terra. Il neonato, morto tra le braccia della madre, evoca le immagini della Pietà di Michelangelo per la posizione del braccio. Infine, un uomo tiene contemporaneamente una spada spezzata e un fiore, simbolo di speranza, in un contrasto che riflette la complessità dell’esperienza umana di fronte alla tragedia e alla possibilità di rinascita.

Ercole Pignatelli a Palazzo Reale. Guernica
Ercole Pignatelli, MEMENTO AMARE SEMPER, dedicata a Guernica. Milano, Palazzo Reale.
Fotografia di Ginevra De Luca

Memento Amar Semper di Ercole Pignatelli

 

Fu proprio nel 1953 a Palazzo reale che, l’allora giovanissimo Ercole Pignatelli, il quale da Lecce si spostò a Milano, visse un momento che lo segnò profondamente: appena giunto alla stazione, dopo lunghe ore di viaggio in treno, si trovò di fronte uno striscione che annunciava l’esposizione di Guernica. Senza esitazione, prese immediatamente un tram per recarsi a contemplare l’opera. Quest’esperienza rappresentò per lui la prima occasione di ammirare da vicino le opere di Pablo Picasso, l’artista che da sempre aveva considerato come il suo Maestro.

Trascorsi settant’anni da quel momento così intenso della sua vita, nonché momento storico che ha segnato l’arte italiana e la storia di Palazzo Reale come sede espositiva, l’artista Ercole Pignatelli decide di celebrare l’evento reinterpretando Guernica in una performance pittorica.

Con la sua distintiva tecnica gestuale, Pignatelli dipinge una tela delle stesse dimensioni in dodici giorni intensi. Questa iniziativa artistica riesce a evocare le emozioni e le riflessioni che il capolavoro originale aveva suscitato nell’artista all’epoca diciottenne, ora filtrate attraverso le esperienze e la maestria acquisita in tanti anni di vita e lavoro.

Memento Amar semper” si presenta come una preziosa opportunità esperienziale di vivere e assaporare il lavoro di un grande maestro come se fossimo dentro il suo personale studio d’artista.

Pignatelli si svela, esce dall’intimità del suo atelier, per regalare al pubblico milanese un’azione pittorica attiva, viva, intensa, in cui osservare famelicamente ogni gesto del maestro. Ercole Pignatelli dona a Milano non solo un’occasione unica, ma una lezione indimenticabile: assistere alla nascita di un’opera d’arte, dal suo inizio fino alla sua completa realizzazione, aprendo uno squarcio nel processo creativo d’artista. Con grande pathos, Pignatelli accompagna l’opera mentre si rivela al pubblico, senza conoscere egli stesso l’esito finale.

Nella Sala delle Cariatidi è esposta una replica del famoso dipinto di Picasso, mentre accanto troviamo l’artista Ercole Pignatelli, affiancato dalla giovane e attenta assistente Laura Guilda, intento a lavorare alla sua interpretazione dell’opera.

L’ingresso è gratuito e si può accedere direttamente dallo scalone dell’Arengario, vicino al Museo del Novecento.

Ercole Pignatelli (Lecce, 1935)

Ercole Pignatelli, l’uomo, l’artista

 

Ercole Pignatelli nasce a Lecce il 28 aprile 1935 e dal 1953 risiede e lavora a Milano. Durante gli anni dell’adolescenza, tra i 15 e i 18 anni, frequenta l’Istituto d’Arte G. Pellegrino di Lecce, dove ha l’opportunità di studiare sotto la guida dello scultore Aldo Calò e del pittore Luigi Gabrieli.

Successivamente, prende lezioni di pittura da Lino Suppressa, il cui lavoro sarà presentato al Circolo Cittadino di Lecce nel 1953. Nello stesso anno si sposterà a Milano dove, visitando l’esposizione antologica di Picasso a Palazzo Reale a Milano, Pignatelli rimane profondamente colpito e decide di stabilirsi nella città lombarda.

Qui frequenta il celebre Bar Jamaica, stringendo amicizia con figure di spicco come Ugo Mulas, Piero Manzoni, Salvatore Quasimodo, Giorgio Kaisserian, Lucio Fontana, Milena Milani e Carlo Cardazzo, il suo gallerista. Inoltre, entra in contatto con il poeta e scrittore Raffaele Carrieri.

Nel 1954, vince il Premio San Fedele per i giovani, consegnatogli da Carlo Carrà, segnando l’inizio di un percorso artistico ricco di riconoscimenti e successi sia a livello nazionale che internazionale. Tra i suoi traguardi più significativi, vi è la partecipazione alle Biennali di Venezia del 1978 e del 2011.

I lavori di Ercole Pignatelli si distinguono per la loro gestualità potente, vigorosa, solida. La sua poetica oscilla sublimemente fra un universo intriso della cultura mediterranea e le tensioni avanguardiste. Con grande attenzione alla tradizione italiana, nelle sue opere la realtà si fonde con la leggenda, dove una forte densità di elementi vitali e immagini evocative che l’artista popone, sembrano provenire da un mondo oltre la realtà tangibile, in un fervido vortice di creatività. In un dialogo intimo fra luci ed ombre, la materia si impone nello spazio, costituendo l’essenza stessa della pittura di Pignatelli. Con un’aitante ferocia erotica, le figure di Pignatelli si impongono come elementi narrativi, vivi, indomiti, in uno spazio che vibra di pura tensione.

Composizione, staticità e gravità rivestono un ruolo centrale nel suo lavoro, caratterizzato da un equilibrio formale che abbraccia tutte le forme d’arte e la vita stessa. Orizzonti, corpi, animali, aridità, buio, colonne, fiori e frutti compongono un universo artistico ricco di vita e morte, narrato attraverso una visione unica della vita stessa. Le opere di Pignatelli sono un territorio straordinario di fusione fra l’arte mediterranea e l’eredità picassiana, incarnando veicoli di intima narrazione poetica.

Laureata in Arti Spettacolo ed Eventi Culturali all’Università IULM di Milano, dove attualmente frequenta la Laurea Magistrale in Arte Valorizzazione e Mercato, Ginevra ha esperienza nel mondo della curatela e della comunicazione. Si occupa per QUAINT Art Magazine della sezione Arte Contemporanea.

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